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In bilico su una biglia.

di Claudio Monnini


Questa è la "blue marble", (la biglia blu) non si vedono i nostri confini politici, i colori della pelle, le religioni, solo un po' di roccia fuori da una meravigliosa pozzanghera blu e un po' di muschio sotto le nuvole, su cui abitano, tra gli altri animali, particolari pidocchi delle piante: noi. E il vuoto assoluto, nero e inabitabile, per uno spazio infinito tutto intorno.



La vita, di cui godiamo su questa meravigliosa biglia blu, è un'eventualità altamente improbabile nell'Universo, che in un certo senso è come un torrente, che dilaga in un fiume, e inesorabilmente, prima o poi, finisce in mare. Si chiama Entropia, e la vita è come un salmone che nuota controcorrente in questo fiume turbinoso.


il giornalista inglese Bill Byrson nel libro "Breve storia di (quasi) tutto", ha una qualche ragione quando, parlando della probabilità che si manifesti una forma di vita, scrive: “Noi abbiamo bisogno di moltissime proteine, ognuna delle quali è un piccolo miracolo. Stando alle leggi della probabilità, le proteine non dovrebbero nemmeno esistere. Per crearne una, gli amminoacidi devono essere assemblati in un ordine particolare. Per ottenere il collagene, una comunissima proteina, bisogna disporre ben 1055 amminoacidi nella sequenza corretta. La probabilità che una molecola di collagene si autoassembli spontaneamente sono, in tutta franchezza, nulle. Per renderci conto di quanto questo sia improbabile, immaginiamo una normalissima slot machine come quelle di Las Vegas e aumentiamone le dimensioni portandole a 27 metri, in modo che possa accogliere 1055 ruote (anziché le solite tre) ognuna delle quali contenente 20 simboli (uno per ogni comune amminoacido). Quante volte dovremmo tirare la leva prima che tutti i 1055 simboli si presentino nella sequenza giusta? In pratica, per tutta l’eternità. Anche riducendo il numero di ruote da 1055 a 200 (che è il numero di amminoacidi più comune per una proteina) la probabilità che si sistemino nell’ordine corretto è una su 10 elevato a 260 (ossia 1 seguito da 260 zeri). Un numero di per sé più elevato di tutti gli atomi contenuti nell’universo. Il fatto che anche una sola proteina possa essere sintetizzata grazie a eventi casuali sembrerebbe dunque una circostanza spaventosamente improbabile”.



Non voglio confutare il modello matematico, non ne sono in grado, mi fido e aggiungo che anche intuitivamente rende l’idea della fortuna che abbiamo ad essere vivi: abbiamo vinto alla lotteria dell'Universo.


Mentre però l'Universo si impegna nella sua complessità, gli uomini si costruiscono modelli antropocentrici "rassicuranti": quasi tutte le culture umane contrappongono l'uomo alla natura; probabilmente ogni animale senziente immagina di essere una specie eletta, ognuno, in altre parole, gira il cannocchiale a proprio favore asserendo che la propria prospettiva del mondo "è il mondo".

Il fatto è che andrebbe invece insegnato che siamo solo un mattoncino di un sistema più ampio, da cui dipendiamo per intero, siamo uno degli ingranaggi, anche se trasformiamo molto il contesto e questo ci dà l'impressione di essere importanti.



Ma senza quel contesto, che banalmente è l'unico pianeta con -improbabili-forme di vita nel raggio di centinaia di anni luce, non possiamo andare da nessun'altra parte.


Ognuno dovrebbe tenersi un'immagine della blue marble, a ricordargli dove si trova. Sullo schermo del computer o del telefono, o in cornice sulla scrivania. Ogni (stupido) essere umano degli 8 miliardi di (stupidi) esseri umani che siamo, impegnato a tagliare il ramo su cui sta seduto.



A quel punto anche i conflitti come quello in medio oriente, per contendersi un pixel della biglia distruggendo vite e risorse (limitatissime, v. immagine) per generazioni, si rivelano totalmente "nonsense".

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