Wisteria sinensis
di Antonella Impellizzieri

A Sud di Milano, nel bel quartiere di Morivione, visibilmente costretto in un minuscolo cortile privato si trova uno degli esemplari più affascinanti di Glicine, quel rampicante dai fiori viola a grappolo, profumati di dolce.
La parte aerea del tronco, schiacciata contro il muro dell’edificio, descrive perfettamente, con tutta la sua possenza e le sue “rughe”, la longevità di questa pianta la cui età viene stimata intorno a 720 anni.
Si narra che sotto la sua ombra molti milanesi trovassero uno spazio privilegiato per meditare e rilassarsi.
Tra essi vi fu anche un noto Leonardo che qui, in compagnia di Ludovico il Moro, avrebbe sviluppato il progetto della Conca fallata del Naviglio Pavese. Non sappiamo se tale aneddoto corrisponda a verità o leggenda, ma sappiamo che per tale ragione questa pianta è a noi nota come “Glicine di Leonardo”.
Oltre all’età, questa pianta detiene un record relativo alla lunghezza delle sue radici: pare infatti che, poiché lo sviluppo di tali radici raggiunge un paio di km, molte altre piante di Glicine presenti nel quartiere di Morivione abbiano origine proprio da quell’unico esemplare.
Caratteristiche
Wisteria sinensis, questo è il suo nome scientifico, fa parte della famiglia della Fabacee, è una pianta leguminosa molto rustica e vigorosa, originaria della Cina. Ha portamento rampicante e può raggiungere anche i 15 metri di altezza, le sue foglie sono piccole e di colore verde chiaro, fiorisce in primavera, tra maggio e giugno, ed è caratterizzato da fiori bianchi o lilla, raccolti in grappoli penduli, dal profumo inconfondibile.
Il nome scientifico Wisteria è stato assegnato in onore dello studioso statunitense Kaspar Wistar che ne studiò per primo le caratteristiche. Invece il nome comune è differente a seconda delle caratteristiche che ciascun popolo evidenzia: in tedesco viene chiamato blauregen che significa pioggia blu, mentre in Cina si usano il termine zi teng che significa vite blu. In italiano si chiama glicine, parola che deriva dal greco glikis e significa ‘dolce’, come il caratteristico profumo dolciastro dei suoi fiori.
Tanto sono belli e suggestivi i fiori, altrettanto sono velenosi i baccelli e i semi. Se ingeriti infatti, le sostanze tossiche in essi contenute possono recare spiacevoli conseguenze gastrointestinali, di norma non letali.
Leggende
In Oriente era considerata una pianta così preziosa che gli imperatori durante i loro viaggi portavano con sé dei piccoli bonsai di glicine, da regalare in segno di amicizia e benevolenza, agli abitanti delle terre straniere.
Infine, qualche anno fa qualcuno mi raccontò che un barman del Diana Majestic di Milano, l’hotel in stile liberty dove un tempo sorgeva la prima piscina pubblica italiana, aveva inventato un cocktail da assaporare proprio all’ombra del Glicine presente in quel bel giardino. Non ho trovato rispondenza di questo aneddoto in nessun documento ufficiale; quindi, immagino che fosse frutto di fantasia.
Tuttavia, mi piace raccontarlo perché sono convinta che i nostri sensi siano strettamente correlati e che dunque il gusto possa risultare alterato in concomitanza di una forte sollecitazione dell’olfatto. E se qualcuno fosse a conoscenza del cocktail da assaporare sotto il Glicine me lo faccia sapere e risponda all’appello di Parcobello!