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  • Laura

La resilienza del mondo vegetale


Vogliamo iniziare una nuova rubrica, dedicata ad un concetto che a noi piace moltissimo e che è una delle ragioni per cui crediamo che dalle piante ci sia tanto da imparare: la loro capacità di essere resilienti.

Forse non c'è bisogno di spiegare questo termine, oramai usato e abusato, ma ci piace pensare che sia così utilizzato proprio per la sua potenza e la sua capacità di renderci migliori.

La definizione di questo termine, preso dall'Enciclopedia Treccani (che non a caso lo definisce un termine alla moda) è:

resilienza [re-si-lièn-za] n.f.

1. (fis.) proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi, rappresentata dal rapporto tra il lavoro necessario per rompere una barretta di un materiale e la sezione della barretta stessa

2. capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà, avversità, eventi negativi ecc.: resilienza sociale (cfr. garzantilinguistica.it)

Ecologia

A questi settori bisogna aggiungere anche e soprattutto l’ecologia. Le nuove sfumature di significato di cui la parola resilienza oggi si è arricchita sono state favorite dall’osservazione dei comportamenti di certe specie animali e vegetali in rapporto all’ambiente in cui vivono. Tra gli esempi oggi più citati, a provare la presenza della resilienza in natura, ci sono le piante, quelle che crescono su pendii franosi, gli arbusti sulle coste rocciose mediterranee, i formicai, ecc. In ecologia la resilienza è definita “la velocità con cui una comunità (o un sistema ecologico) ritorna al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato; le alterazioni possono essere causate sia da eventi naturali, sia da attività antropiche. Solitamente, la r. è direttamente proporzionale alla variabilità delle condizioni ambientali e alla frequenza di eventi catastrofici a cui si sono adattati una specie o un insieme di specie”. (cfr. Enciclopedia Treccani online).


In virtù di questo abbiamo pensato che, se è vero che un Parcobello esiste là dove c'è del verde, allora un Parcobello esiste nei ciuffi di erba sul marciapiede, nell'edera che si arrampica sulle case, nelle piante che crescono dietro ai muretti abbandonati o tra le macerie... Parcobello esiste ogni volta che le piante mostrano in maniera così dolcemente sfacciata la loro capacità di essere resilienti alle nostre attività antropiche, che tanto provano a distruggerle senza il benché minimo rispetto, ma che alla fine devono cedere loro il passo, perchè loro esistono da prima di noi e probabilmente esisteranno anche dopo che la razza umana si sarà estinta, con tanta pace per il mondo vegetale intero.


Questa rubrica vuole parlare di loro, vuole raccogliere testimonianza di verde che assurdamente si è ripreso lo spazio, vuole proporre idee per far sì che questa ingerenza della natura sia protetta e tutelata, che addirittura conviva con l'uomo, donando angoli di pace e riposo a sorpresa, nel tessuto urbano.

Vogliamo raccogliere le vostre foto, vogliamo raccontare storie dal mondo che parlino di questo.


Questa ha la pretesa di essere una rubrica dedicata alla comprensione che dalla nostra osservazione del verde, ovunque esso si trovi, anche accanto alla nostra automobile, può nascere una crescita interiore e una lezione per diventare esseri umani migliori.


Rimanete connessi e resilienti dunque... ne vedremo delle belle

a prestissimo.

noi di Parcobello




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