La psicologia Ambientale e i suoi benefici
Vi proponiamo un bellissimo articolo uscito sulla pagina di Core-Lab, associazione attiva nella consulenza, ricerca, orientamento ed empowerment sul benessere dell'ambiente legato al benessere delle persone e nato da un'intervista alla prof. Simona Sacchi, dell'Università degli Studi di Milano - Bicocca.

La Psicologia Ambientale è una disciplina che studia i processi cognitivi, affettivi, motivazionali e il comportamento dell’individuo in interazione con il suo ambiente, sia naturale che artificiale. L'ambiente, in questa prospettiva, non viene considerato solo come l'insieme delle sue caratteristiche fisiche, ma soprattutto nella sua dimensione sociale e politica (vedi ad esempio, Gifford, 2007).
La Psicologia Ambientale utilizza un approccio interdisciplinare: declina concetti sviluppati in differenti branche della psicologia come la Psicologia del Pensiero, la Psicologia Sociale, la Psicologia della Personalità, le Neuroscienze Sociali; dialoga con l’Architettura, l’Ingegneria Ambientale, la Geografia, le Scienze Naturali, l’Economia, la Sociologia, l’Antropologia e le Scienze Politiche.
La Psicologia Ambientale si diffonde a partire dagli anni ’50, nel secondo dopoguerra, favorita da una parte dall’interesse che in vari ambiti si mostra per le discipline psicologiche, dall'altra, dalla sempre maggiore consapevolezza dell'influenza dell'ambiente sull'individuo. Ma è dagli anni '70 nel contesto anglosassone che inizia a svilupparsi e a produrre numerosi lavori empirici.
In Italia abbiamo una buona tradizione per quanto riguarda gli studi di psicologia ambientale. Pensiamo alla sensibilità di Olivetti rispetto al tema dell'ambiente di lavoro. In Italia abbiamo anche dei gruppi di ricerca ben sviluppati in diversi Atenei che si occupano di tematiche ambientali.
Per quanto riguarda l'Europa, i Paesi del Nord Europa (es. Olanda) e scandinavi sono molto all'avanguardia anche per quanto l'applicazione delle nostre conoscenze nell'ambito della psicologia ambientale (penso al tema scuole) non solo di sviluppo di ricerca accademica.
I benefici dell'applicazione di questa disciplina possono riguardare tutti. Da una parte pensare e progettare gli ambienti tenendo conto dell'esperienza dell'individuo massimizza la possibilità di generare benessere. Quindi la probabilità che le persone stiano bene in quei luoghi e che possano sfruttarli al meglio.
E questo è un principio che si può applicare sia agli edifici (scuole, case di cura, uffici) sia agli spazi urbani (edificati e verdi).
Il benessere individuale diventa anche benessere sociale. Quando stiamo bene nei luoghi li rispettiamo, mettiamo in atto più comportamenti prosociali, percepiamo meno rischio (e quindi viviamo l'ambiente riducendo effettivamente il rischio), siamo più propensi a partecipare alla vita della nostra comunità.
Il vantaggio è anche per i committenti. Investire per integrare una prospettiva psicologica può evitare fallimenti ben più costosi. Possiamo evitare di fare errori grossolani spendendo moltissimo denaro per creare ambienti che non vengono usati o che vengono usati male perchè non rispondono minimamente ai bisogni delle persone e non tengono conto dei nostri processi psicologici.