La magnolia, l’aristocratica del giardino
di Antonella Impellizzieri

La magnolia è uno degli alberi da fiore più antichi. Le sue infiorescenze a forma di calice ci regalano sontuose fioriture primaverili, da marzo a maggio, ed estive.
Originarie dell’Asia orientale e America, in Europa le magnolie sono presenti, come ornamentali e coltivate, in particolare nelle zone alluvionali delle regioni prealpine poiché si tratta del loro habitat ideale.
In Italia, il clima migliore è quello dei laghi lombardi dove si trovano superbi esemplari. Tuttavia riescono ad acclimatarsi con facilità anche in luoghi ben protetti, come in città contro un muro caldo o riparati dal vento da un sottobosco o una siepe persistente.
A Milano, nei giardini e negli spazi urbani troviamo prevalentemente M. stellata, M. x soulangeana e M. grandiflora.
Magnolia stellata è tra le più precoci, ha una fioritura stellata a marzo aprile. I profumati fiori bianchi portano petali a forma di nastro. L’arbusto ha un portamento compatto che raramente supera i 3 metri di altezza.
Magnolia x soulangeana e M. liliiflora sono adatte a piccoli giardini in quanto anche esse raggiungono solo i 3 metri di altezza. Portano fiori in calici e in tulipani sottili, bianco crema all'interno, viola rosato all'esterno, tra aprile e maggio. La cultivar "Nigra", molto resistente e a crescita piuttosto bassa, fiorisce di viola porpora in maggio-giugno, successivamente rispetto alle altre specie.
Magnolia grandiflora è la più bella delle magnolie sempreverdi. Forma un albero alto circa 15 metri ma può superare anche i 25 metri in coltivazione. I suoi fiori bianco crema, spettacolari e profumati si susseguono per tutta l'estate.
Linneo le assegnò il nome nel 1703 in omaggio a Pierre Magnol (1638-1715), direttore dell'orto botanico di Montpellier e tra i padri fondatori della tassonomia vegetale.
Fu nel giardino del vescovo Compton, a Fulham, in Gran Bretagna, che il primo albero, una Magnolia virginiana, fu piantato nel 1688. Nel 1711, ben 25 anni dopo, la Magnolia grandiflora fu importata dagli Stati Uniti in Europa. Probabilmente passando attraverso il Jardin des Plantes di Nantes, che ospitava le piante esotiche raccolte dai capitani delle navi durante i loro viaggi prima di trasportarle al Giardino Reale di Parigi. La città di Nantes ospita oggi la collezione nazionale francese di magnolie con ca. 450 specie.
L’origine
La Magnolia è una pianta primitiva: apparve sulla terra alla fine del Cretaceo, più di 65 milioni di anni fa, in Groenlandia, quando questo territorio era ancora verdeggiante.
Il genere ha una struttura semplice in cui tutti gli elementi di base sono distinti: i fiori sono solitari, i boccioli si trovano all'estremità del ramo, le foglie sono generalmente grandi, spesse e lucenti. Tantissime sono le varietà esistenti al mondo.
Molte magnolie sono originarie dell'Asia orientale, tra cui M. liliiflora e M. denudata, piantate per oltre mille anni nei templi dai monaci buddisti e sparse in tutta l'Asia.
All'inizio del XIX secolo queste due varietà furono portate in Occidente dalla Cina e incrociate per produrre il noto ibrido Magnolia X soulangeana.
Qui la moda delle magnolie si diffuse dopo la scoperta del Nuovo Mondo.
Un albero solitario e avido
La magnolia è aristocratica. Si trova bene da sola, con spazio sufficiente per distendersi ed essere ammirata. Avida, non tollera il vicinato di altre piante concorrenti perché le sue radici avventizie hanno bisogno di diffondersi in superficie.
Il terreno ideale è acido o neutro, ricco di sostanza organica. Ad eccezione della Magnolia grandiflora, non tollera il calcare e predilige un'argilla pesante ma ben drenata. Non sopporta l'acqua stagnante, così se il terreno è umido, è meglio tenerla in una posizione leggermente sopraelevata oppure circondata da un fossato che abbia la funzione di scolo per l’acqua.
L'altezza adulta di una magnolia varia da 3 metri, come la Magnolia liliiflora, a più di 25 metri, come la Magnolia acuminata. Più una magnolia è grande, più tempo impiega a fiorire, a volte dieci o quindici anni, soprattutto se coltivata da seme.
Gli arbusti innestati di solito fioriscono dopo due anni.
Risveglio primaverile
Sono sufficienti tre giorni con temperature che si avvicinano ai 15°C perché inizi la fioritura primaverile della maggior parte delle magnolie. Già ben formati e gonfi da diverse settimane, i boccioli si aprono su rami ancora spogli. Il periodo di fioritura dura circa tre settimane, da marzo a maggio a seconda della varietà. A volte può variare di un mese se la stagione è avanzata o in ritardo. Le ultime gelate primaverili possono rovinare i fiori già aperti. La situazione all'alba è la peggiore perché il riscaldamento improvviso provoca la distruzione dei giovani fiori congelati dal gelo. Se il gelo è intenso, può uccidere i giovani arbusti il cui legno è gonfio di linfa.
Alcune magnolie fioriscono in estate, con una fioritura più discreta, spesso nascosta dal fogliame, come M. sieboldii, dai fiori bianco crema al profumo di limone, o M. virginiana, un arbusto semi-sempreverde dal fogliame lucido con pagina inferiore bluastra e fiori deliziosamente profumati. Una brillante eccezione è la Magnolia grandiflora che è una delle specie selvatiche con i fiori più grandi del mondo.
Piantiamola in primavera!
Poiché la magnolia non ama essere trapiantata, è consigliabile scegliere soggetti giovani e poi non disturbarli più. Se è in vaso, in linea di principio la si può piantare quando si vuole, anche se è in piena fioritura. Tuttavia l'ideale è a metà marzo, quando i germogli iniziano a gonfiarsi e il terreno è sufficientemente riscaldato. La zolla non va interrata troppo in profondità e la base della pianta va annaffiata, pacciamata e protetta dai venti freddi fino al completo recupero.
La specie
Al mondo ne esistono 7 generi e più di 300 specie, sia arboree che arbustive, sia sempreverdi che decidue. Il colore dei fiori, solitari e molto grandi, varia con la specie.
Attualmente si conoscono circa 100 specie di magnolie selvatiche che crescono in Nord America e nell'Estremo Oriente. Questo numero è arricchito da nuove scoperte, la maggior parte delle quali sono creazioni di orticoltori e vivaisti che si cimentano con ibridi tra specie di diversi continenti.
Prelibatezze
Le specie hanno numerose proprietà farmacologiche, come antinfiammatori e antipiretici. Inoltre, rappresentano una notevole risorsa dal punto di vista biologico per i composti chimici che le caratterizzano, tanto da essere studiate ancora oggi per medicine e preparati naturali sia per la farmacopea che per l’agricoltura.
Solo alcune specie in etnobotanica sono documentate come commestibili e utilizzate dall’uomo: M. coco, denudata, grandiflora, hypoleuca, kobus, liliflora, mexicana, pterocarpa e soulangeana.
Per deliziarci con il loro sapore, possiamo raccogliere i fiori in boccio, ancora chiusi, per sistemarli in un vaso di vetro sterile e ricoprirli con una soluzione di 100 ml di acqua declorata e due cucchiai di miso dolce: il loro sapore ricorda lo zenzero.
Oppure possiamo utilizzare i fiori aperti, raccogliendo i petali più sani, e marinandoli nel Marsala o nel Cointreau, nel Porto o nel rhum. Dopo averli scolati, i petali si pastellano, si friggono in olio bollente e si servono caldissimi spolverati di zucchero a velo.
Una prelibatezza!