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  • Laura

Emma Sempreverde - un racconto di Parcobello

Vi presentiamo con tanta gioia e orgoglio la nostra Emma, una di noi, con un'anima selvaggia e ribelle, riflessiva e curiosa, e la sua prima avventura "L'inverno migrante". Abbiamo pensato a questo racconto per i più piccini, per avvicinarli al mondo vegetale con la spensieratezza che solo le favole ci danno... ma anche per i più grandi, perchè Emma è divertente e curiosa e chissà, forse non tutti sanno molte cose sulle nostre amiche piante. Lo scopriremo a puntate, come una volta. Ogni mercoledì sui nostri social e una volta al mese qui sul nostro blog.

Buona lettura dunque... e buon divertimento!


CAPITOLO 1


Quella mattina Emma aveva sentito un primo soffio di aria fredda sul collo mentre prendeva un po' di prezzemolo dal balcone per la mamma. Era giunta l'ora di tirare fuori il cappellino di lana che le coccolava tutta la testa ed anche le orecchie. Era contenta quando le dicevano che sembrava un vecchio investigatore o esploratore quando lo indossava.


Abitando nel sottotetto di un vecchio palazzo, Emma si affacciava spesso alla finestra da dove si vedevano i vari tetti della città che si estendevano come tanti tesserini di un mosaico sospeso nel silenzio. Aveva quasi la sensazione che si potesse saltare da un palazzo all'altro e così evitare le strade trafficate e rumorose.


Oggi si era sistemata comodamente alla finestra apposta per guardare lo spettacolo che andava avanti da qualche giorno sul tetto della casa di fronte, dove si stava svolgendo una strana riunione di tantissimi uccelli. Ma perché?!



CAPITOLO 2


In primavera Emma aveva stretto amicizia con una piccola rondine che aveva costruito il suo nido in un angolino riparato vicino al davanzale. Ora Emma la poteva vedere appollaiata appena fuori la finestra con le piume arruffate dal vento. “Ma cosa fai lì tutta sola? Così prendi solo freddo piccola,” pensò Emma. Era preoccupata. Perché questa rondine rimaneva qui?


“Secondo me si trova bene qui da te Emma, e non sa cosa deve fare.” disse Muschio un po' sottovoce. “Ma così ho paura che prenda troppo freddo Muschio. Beh, ci penso io!” esclamò Emma decisa. Poi, piano piano parlò con la sua amica piumata, “Sai, i tuoi amici si sono dati appuntamento proprio di fronte. Secondo me è ora che li raggiungi anche tu. Tutti stretti insieme sentirai meno il freddo e ti divertirai anche!” Sembrava che la piccola rondine la stesse ascoltando con attenzione, perché all'improvviso spiccò il volo per arrivare nel bel mezzo dei suoi amici.


Quella sera a cena Emma aveva raccontato quanto successo in famglia ed aveva anche fatto un po' di domande. Il papà era già pronto a rispondere. “Gli uccelli che vedi sul tetto devono farsi sentire e soprattutto farsi vedere Emma. Sono le rondini e soffrono molto il freddo che arriva qui d'inverno. Dunque si danno appuntamento per volare verso sud, dove il clima è più caldo e possono trascorrere i mesi freddi tranquillamente. Devono affrontare un viaggio molto lungo e difficile dunque preferiscono farlo tutti insieme in un grande gruppo che si chiama “stormo”. Pensa che quando partono le oche fanno una V nel cielo che sembra una freccia, come se volessero far vedere a tutti in quale direzione voleranno! Volando in una V riescono a stancarsi di meno grazie alle ali del compagno di viaggio più vicino che creano una comoda corrente d'aria. Così il volo è meno faticoso. Sono dei veri viaggiatori veterani!”


A sentire tutte queste notizie Emma era al settimo cielo. “Allora, sono capaci di organizzare insieme una bella gita papà, proprio come facciamo noi a scuola!”


All'indomani Emma e Muschio si trovavano ancora in posizione alla finestra a fare merenda. “Fanno così tanto chiasso che potrebbero svegliare il povero Semino dalla sua nanna!” commentò Emma. “Sembra che stiano ancora aspettando l'arrivo di qualcuno,” commentò perplesso Muschio con la bocca piena di briciole.


Invece, tutto d'un tratto lo stormo si alzò in volo ed ebbe inizio uno spettacolo magico. Con acrobazie coordinate e armoniose, sembrava che le rondini surfassero su correnti d'aria o volessero disegnare il loro saluto nel cielo usando le ali come pennello. “Ma guarda, ci stanno salutando Muschio,” disse Emma. Lo stormo poi iniziò ad allontanarsi finchè si vedeva solamente una riga nera sottilissima nel cielo e poi, niente. E' come se qualcuno avesse spento la radio, ora c'era un gran silenzio.


“Buone vacanze!” sussurrò Emma pensierosa. “Torna presto!” aggiunse Muschio con un saluto entusiasta. Era bello vedere come le rondini aspettassero pazientemente l'arrivo di tutti per poi partire in comitiva. Nessuno era rimasto indietro. Nessuno escluso. Emma immaginava la sua rondine che ora si trovava in allegra compagnia viaggiando verso il caldo grazie anche all'aiuto dei suoi amici...”poi mi racconterai dove sei stata al tuo ritorno...”

“Hai un pochino di latte per i biscotti?” chiese Muschio.



CAPITOLO 3


Ogni giorno dopo scuola Emma e Muschio facevano il pezzetto di strada verso casa insieme. Era un momento che aspettavano entrambi per raccontarsi, salutare i vari negozianti ed amici del quartiere e, a volte, fare merenda insieme. Muschio era un po' più piccolo ma sempre pieno di domande, proprio come Emma, dunque avevano sempre di che parlare o risposte da scovare.

Il papà di Muschio era il custode del palazzo dove vivevano tutt'e due, dunque ogni giorno andavano su e giù per le scale che collegavano il pian terreno al sottotetto per passare del tempo insieme. Quando scendeva Emma o saliva Muschio i vicini dicevano ridendo, “è l'orario del gioco dell'oca!”

L'indomani della partenza dell'amica rondine di Emma, si sono trovati davanti al cancello di scuola come al solito. Emma aveva trovato nella sua borsa due mele croccanti e così ognuno aveva la merenda già pronta da mangiare.

“L'inverno mi sembra così noioso Emma. L'autunno ci regala almeno queste belle mele”, disse Muschio, già assaporando la sua mela succosa e croccante. “Non vedi come gli alberi non hanno più nemmeno una foglia! E' così bello invece quando vedi le loro 'capigliature'”.

“Muschio, mica hanno i cappelli gli alberi!” sorrise Emma. “Si chiama 'chioma' non 'capigliatura'. Comunque, hai ragione. Anche a me mette tristezza vedere gli alberi 'svestiti'. Quando c'era un po' di vento, le foglie facevano un rumore bellissimo, un po' come le onde del mare. A volte sembrava che ci volessero dire qualche cosa.”

Emma si mise a guardare la sua mela mezza mangiata incantata. Vedeva un frutteto intero!!Le mele erano un dono dagli alberi prima che arrivasse l'inverno. Emma era partita per uno dei suoi “viaggi-nella-testa” e così si immaginava sotto rami carichi di mele mature che cadevano da sole nella sua borsa...”Emma, Emma! Ma mi senti?” disse Muschio un po' spazientito. “Scusami Muschio. Mangiando la mela sono stata portata in una campagna meravigliosa, in mezzo agli alberi da frutta. Sembrava così vera!” sospirò Emma. “Certo! Ma ora il nostro prossimo viaggio è attraversare la strada dunque torna dal frutteto!” disse Muschio con un sorrisetto. E così, mano nella mano arrivarano dall'altra parte della strada e davanti al portone.

“Vedi Muschio, credo che la natura sia come un mondo magico. E' piena di vita e di cose belle, anche da mangiare! Mi fa sentire troppo felice. Non so che mi succede veramente. Ma devo capirne di più. E sono stufa di pensare che la mia città sia solamente fatta di grigio. Il verde c'è anche qui, pure d'inverno. E noi lo troveremo. Mi aiuterai?” “Ci saranno altre mele durante i nostri viaggi Emma?” chiese Muschio, preoccupato per le provviste. “Ma figurati, ci sarà anche dell'altro. Sarà pur vero che i meli non danno più frutti d'inverno. Ma ci saranno anche frutti invernali, no?”

Alla sera Emma, come al solito, era piena di domande. Praticamente una tra ogni boccone. Questa volta fu la sua mamma a prendere la parola, fra un boccone e l'altro di Semino sul seggiolone”. “Emma, i frutti ci sono tutto l'anno. Dipende però dove abiti perché magari sotto casa da noi gli alberi si riposano e non hanno frutti da regalarci, ma gli alberi in luoghi più caldi ci offrono gli agrumi profumati come le arance ed i limoni. I loro colori vivaci e i succhi dolci ci mettono tanta allegria nelle giornate invernali più grigie.”

La mamma aveva gli occhi pieni di entusiasmo. “Il frutto è come un grande guscio morbido che protegge i suoi semi dentro. Quando un animale mangia un frutto – sì, ora mangia anche tu Semino – ecco che i semi spuntano fuori poi di nuovo dentro... la cacca dell'animale!”

Emma era rimasta con la forchetta sospesa nell'aria. La sua testa era in eruzione! ...Semi e frutti + animali e cacche = nuovi alberi. Altre mele! Ma certo. Pensa te che furbi gli alberi. Facevano crescere un gustoso copri-semi apposta. Scommetto che gli animali non lo sanno neanche che, mentre vanno a spasso a fare la cacca, gli alberi gli stanno facendo addirittura fare gli agricoltori! Allora d'inverno c'era movimento. Rondini, semi di mela. E poi?...


Emma non vedeva l'ora di correre giù per le scale a spiegare a Muschio di mele e cacche...ma intanto era già partita a fare un altro dei “suoi” viaggi...Certo che quella notte non gli sarebbero mancati i sogni, di color verde.



Testo a cura di Myfanwy Woods-Jack

Illustrazioni di Claudio Monnini

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