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Cercis siliquastrum, albero di Giuda

di Antonella Impellizzieri


L’inizio della primavera stupisce per l’intensità di fioriture che, ancor prima dello spuntar delle foglie, dipingono di nuvole colorate i parchi, i giardini e le città.

Tra queste, oltre a Magnolie, Forsizie e Pruni c’è anche un piccolo albero dai rami nodosi e dal fogliame cuoriforme che in primavera seduce per la sua prorompente fioritura rosa intenso. Su terreni leggeri, sabbiosi e calcarei e in posizione soleggiata, offre la sua veste più appariscente.

I fiori sbocciano direttamente sui rami e sulla vecchia corteccia del tronco, in piccoli mazzi.

Questa caratteristica, in botanica, si definisce caulifloria, dal latino caulis (fusto) e floris (fiore) e consiste nella fioritura sulle parti più vecchie e legnose del fusto, a differenza di come avviene normalmente, sulle parti più giovani della chioma. È un fenomeno curioso, abbastanza diffuso nelle specie tropicali (ad esempio Caffè, Cacao e Papaya), ma poco comune nei nostri climi, dove lo ritroviamo anche nei Carrubi. Probabilmente, con questo stratagemma, la pianta nel tempo si è adattata per riparare i suoi fiori dalle violente precipitazioni atmosferiche che si verificano in aree tropicali durante la stagione delle piogge.


Leggende

Il nome comune, Albero di Giuda, è leggendariamente legato all’episodio della tradizione pasquale cristiana secondo cui l’Iscariota, tormentato dal rimorso per aver consegnato Gesù, si sarebbe impiccato a questo albero.

Il repentino apparire dei fiori dall’intenso colore lilla-violaceo sulla nuda corteccia, ancor prima delle foglie, secondo alcune credenze rappresenterebbe simbolicamente proprio la Passione di Gesù, secondo altre, invece, la vergogna dei fiori, che originariamente bianchi, diventarono paonazzi.

Tuttavia, altri botanici lo chiamarono Albero della Giudea, in riferimento alla regione mediorientale della Giudea, di cui la specie è originaria e dove è molto presente.


Fiori e frutti

I fiori, a forma di papilionacee, possono essere raccolti e mangiati, fritti o freschi, mescolati alle insalate o conservati in salamoia o sott’aceto. Anche i boccioli, dal sapore piacevolmente aspro, possono essere consumati crudi in insalata oppure conservati sott’aceto.

© Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Trieste - Andrea Moro - Distributed under CC BY-SA 4.0 license


Dopo la spettacolare fioritura primaverile, in piena estate, il Cercis si carica di frutti a forma di baccello appiattito, le silique, lunghi fino a 15 cm, pendenti, di colore rosso bruno, terminanti a punta e contenenti una decina di semi ovoidali neri, molto apprezzati da uccellini canori come la cinciarella e la cinciallegra.

I frutti permangono sulla pianta anche dopo la caduta delle foglie in autunno.

Anche i frutti, farinosi e nutrienti, possono essere consumati, come già avviene in alcune zone dell’Asia minore.


Siccità e lotta biologica

La notevole importanza di questo albero è data dalla sua grandissima capacità di superare, in età adulta, condizioni estreme. Infatti, dopo i primi 3 anni dall’insediamento, questo albero si adatta benissimo alla siccità e come tutte le leguminose si accontenta di terreni poveri perché in grado di fissare l’azoto atmosferico.

È inoltre apprezzato per parchi naturali, consolidamento di pendii franosi e per la formazione di macchioni e di alberature rurali.

immagine di Marina Beretta - Milano


Oltre al suo carattere decorativo, l'albero di Giuda viene anche piantato nei frutteti per cacciare in maniera biologica e naturale le psille di mele, pesche e olivi. Il suo parassita, la “Psilla dell’albero di Giuda”, presente da metà primavera a giugno, attira predatori come insetti entomofagi e vespe, assumendo un ruolo di rilievo nel controllo biologico delle psille dell’olivo.


Nonostante il suo soprannome di “albero traditore”, viste le sue caratteristiche ornamentali e paesaggistiche e la sua importanza biologica, il Cercis si rivela un affascinante "amico"

vegetale.

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