Beth, la Betulla
di Antonella Impellizzieri
24 dicembre – 20 gennaio (calendario degli Alberi)

Gli spazi verdi a Milano sono in grado di riservare sempre grandi sorprese...
per esempio, può capitare di passeggiare all'Isola, sotto il bosco verticale, e ritrovarsi in mezzo a giovani betulle dalla corteccia bianchissima: sono naturali o dipinte?
L’effetto è ancor più sorprendente se quella passeggiata la si compie in una giornata di nebbia o sotto una spruzzata di neve. Il tronco di queste piante elegantissime, prive di foglie, brilla ancor di più per il suo candore, probabilmente il più bianco di tutte le betulle, proiettando la nostra immaginazione in un luogo del profondo Nord.
Si tratta della varietà "Jacquemontii”, una cultivar di Betula Utilis, la betulla dell’Himalaya.
Confermando il calendario degli alberi, se dovessi scegliere la pianta invernale che più invernale non si può, senza esitazione penserei alla Betulla.
Nei nostri boschi crescono spontaneamente Betula pubescens e Betula pendula, facilmente individuabili proprio dal colore della corteccia che risalta a contrasto con il resto del bosco. Scesa al di sotto delle Alpi in
epoca glaciale, la Betulla è sopravvissuta ed è in grado di moltiplicarsi all’interno dei boschi misti senza mai divenire essenza dominante. Nei suoi luoghi di origine, la fascia nordica di Asia, Afghanistan e Cina occidentale, forma invece interi meravigliosi boschi di un'eleganza senza paragoni.
La betulla domina proprio in luoghi dove il freddo e le escursioni termiche risultano insopportabili per quasi tutte le altre specie di vegetazione. Si spinge fino alla Groenlandia, alla Siberia e all’Islanda. Ai limiti della tundra, dove non cresce praticamente nient'altro, ancora sopravvive, adattandosi e riducendosi a cespuglio.
E’ una pianta di grandi doti: oltre all'utilità, indicata anche nel nome che le ha assegnato Linneo, la Betulla non si risparmia per generosità e coraggio.
In quanto specie pioniera, infatti, è in grado di insediarsi per prima in substrati privi di vegetazione, colonizzandoli e preparando il terreno affinché vi si sviluppino altre specie vegetali. Può succedere ad esempio, in presenza di un cambiamento climatico, quando certe piante abbandonano un ambiente ed altre se ne stanno per appropriare, che la betulla si metta in gioco e prepari il campo. È la pianta del cambiamento.
Quando in un bosco si staglia una macchia di betulle vuol dire che lì sta succedendo qualcosa: probabilmente tra qualche decennio quelle betulle non ci saranno più perché avranno preparato il posto per altre specie. I
semi, quasi senza peso, sono dispersi dal vento; le foglie sottili si decompongono in fretta e arricchiscono il suolo; l'ombra tenue favorisce la crescita di un sottobosco vario. Oltre ad arbusti acidofili, attecchiscono con
facilità plantule di querce e faggi i quali, una volta diventati alti, privano la gentile betulla di luce e la uccidono.
La betulla è simbolo di luce. È una pianta eliofila: ama la luce ed emana la luce grazie al suo bianchissimo abito. In genere preferisce i versanti soleggiati delle nostre montagne. La luminosità che la sua presenza conferisce ad ogni scorcio la rende preziosa ed inconfondibile. Anche il suo legno, ardendo, produce una fiamma particolarmente luminosa.
Grazie alla sua chioma leggera permette alla luce di filtrare e il particolare movimento delle foglie, che assecondano anche il più leggero alito di vento, la rende sentinella in caso di temporali.
Per i popoli del nord, la betulla è sempre stata considerata un vero e proprio dono del cielo: le fronde e i giovani rametti sono alimento per il bestiame perché la betulla riprende a vegetare prima che l’erba cresca e di tutte le sue parti nessuna va sprecata.
Il legno, leggero, elastico e di buona lavorabilità è idoneo all'impiego per prodotti lavorati al tornio, cornici, bastoni da passeggio, utensili da cucina. Essendo molto sensibile alla retrattilità e all’attacco dei tarli se ne consiglia l'utilizzo solo dopo accurata stagionatura. La grande resistenza all’umidità e la flessibilità dei rami giovani ne hanno spesso visto l'impiego per i cerchi di botti e tini.
La linfa si raccoglie in primavera incidendo la pianta in maniera sapiente. Se ne ottiene un succo dalle proprietà depurative, già citato nel XVII secolo tra i possibili rimedi alle problematiche renali. Una volta evaporato, dal succo derivante dalla pianta stessa, si ricava un liquido zuccherino che sottoposto a fermentazione fornisce una bevanda leggermente alcolica e spumosa chiamata “birra di betulla” o “vino di betulla”.
La corteccia è l'elemento sfruttato nella maniera più versatile.
Raccolta in primavera, quando è tenera e di sapore dolciastro, ha rappresentato un importante alimento per i popoli più a nord, dove non era possibile procurarsi alimenti vegetali per molti mesi l’anno. Durante le carestie
o in periodi di guerra la si macinava per ottenere una farina da pane.
Ispessita, ma ancora elastica e lavorabile, serviva per intrecciare corde e reti, confezionare sandali, approntare canoe impermeabili all’acqua e recipienti.
Definitivamente invecchiata, la si usava per rivestire il tetto delle abitazioni cui conferiva impermeabilità pur garantendo una certa respirazione.
La facilità di distacco in larghi fogli ne ha fatto uno dei primi materiali per fabbricare carta, grazie a cui oggi disponiamo di rari manoscritti. Oggi se ne ricava ancora la carta, grazie all'utilizzo per la produzione di pasta di legno per cartiere.
È interessante, infine, l'utilizzo nell'ambito manifatturiero come pianta tintoria per il rosso, ricavato dalla corteccia o per il giallo, dalle foglie e per l'estrazione di olio utilizzato da sempre nella concia delle pelli con la lavorazione tipo “cuoio di Russia”.
La betulla è anche eco-friendly: nei paesi del nord, dove la plastica è ancor oggi un lusso, le scope sono fatte di rami di betulla. Oggi viene considerata con interesse in quanto materiale compostabile, biodegradabile e grande alternativa alla plastica nella produzione di stoviglie e accessori usa e getta.
La betulla insomma è una pianta favolosa, coraggiosa, curiosa, viaggiatrice e altruista. Si sacrifica per permettere ad altre specie di nascere e crescere, dona cibo, bevande, estratti curativi. Il suo legno permette di creare utensili di vario tipo, ma anche imbarcazioni e tetti... le ha proprio tutte. In più è bellissima, una vera Signora.